La tua Nettar è un vero gioiello; passerei le ore a guardarla e mi sentirei emozionatissimo a scattare con una macchina così. Ti invidio davvero :-).
La Giulia che hai allegato nella dia, è un gioiello anche lei: è una Giulia TI Super del 1963 (tipo 105.16). E' stata prodotta in soli 501 esemplari, tutti destinati alle corse.
Mi ha fatto piacere conoscerti, e rinnovo i miei complimenti sia ai tuoi scatti che al tuo gioiello analogico.
Il confronto è sempre salutare. Senza considerare che ora so qualcosa in più sulle Alfa ;) La macchina fotografica è questa: http://www.cosmonet.org/camera/nettar_e.htm
Poi come come segno di leale apprezzamento c'è questa (questa volta su diapositiva fresca), ma mi guardo bene da fare congetture sui modelli
Dai dati di scatto che hai esposto, la tua potrebbe essere la mitica Nettar 515/16 del 1937. Ma per quel poco che ne so la 515/16 montava un' ottica Novar Anastigmat 1:4,5/75mm. Pellicola 120 formato 6x6. Fotografare oggi con quella macchina è come andare in centro città a bordo di una Rolls Royce Silver Shadow: un tuffo in emozioni inebrianti. Non tolgo nulla ai meriti dello scatto e dello sviluppo: i miei più sinceri complimenti. Meno male che l' emulsione, sebbene scaduta da tempo, abbia mantenuto una cromaticità soddisfacente. Ora capisco anche che la sgranatura (come tipo, non come valore) può essere giustificatissima. L' effetto ottenuto è ovviemente lasciato alla critica soggettiva: personalmente lo troverei ottimo in questa immagine se in b/n; sul colore lo vedo come un leggero elemento di disturbo (ripeto: personalissima interpretazione). Ciò che mi lascia perplesso è la scelta del titolo: come già detto, avrei visto più adatto un titolo diverso da quello che hai scelto. Ho pensato che fossi giovane dal tono del tuo messaggio: comunque, anche se tu avessi anche solo vent' anni, ciò non vuol dire che tu non abbia nulla da insegnare anche a chi ne ha 70 e scatta foto da 50. Tutti, al mondo, hanno da imparare da tutti: chi pensa di non aver nulla da imparare, in fondo non ha nulla da insegnare. Io ho sempre lavorato con l' analogica: uso la digitale solo da due anni e solo come complemento. Uso il digitale per gli scatti destinati alla proiezione, ma per la stampa uso ancora una Topcon Re Super del 1968 (modello del 1963)e due Canon A1 del 1980. Mi spiace che tu abbia forse frainteso il mio primo commento: la critica vera non era sullo scatto, ma sul soggetto. Sono un grande appassionato della Giulia, e vedere quel titolo riferito allo scatto mi ha spinto a correggerti sul modello dell' auto. Scusa se sono stato magari un pò risoluto, ma sono fatto così e ciò non toglie che ti scrivo con simpatia.
Assolutamente nessun risentimento. Il confronto e le critiche aiutano sempre, purché fatte con obiettività e consapevolezza. Il riferimento al tuo portfolio, se è questo che te lo ha fatto pensare, non era un giudizio sul valore dei tuoi scatti - non mi permetterei mai - ma un riferimento al tipo di attrezzatura fotografica usata, ben lontana da quella che io adopero: macchine analogiche, per l'appunto (cosa che implica ben più del semplice utilizzo della pellicola). Questa foto, in particolare, è stata scattata con una Nettar del 1937. La messa a fuoco - mancando qualunque sistema di misurazione - è stata fatta a stima e l'esposizione "valutata" secondo la regola del 16. La pellicola usata è una 120 a colori. La sensibilità nominale è di 400 asa, ma poiché la pellicola scadeva nel 1999 è stata esposta come una 100asa per compensare l'eventuale degrado dell'emulsione. Lo sviluppo è stato fatto in casa, ma con un processo chimico che niente ha a che vedere con lo sviluppo c-41, né con altri preparati destinati allo sviluppo delle pellicole a colori (leggere nell'about la frase "experimental chemical process"). Di qui l'evidenza della grana... Questi sono dati tecnici che non si possono mettere in discussione e dai quali necessariamente lo scatto muove. Che invece l'effetto così ottenuto possa rappresentare un punto di forza o al contrario un limite della foto costituisce, al pari del suo valore estetico, oggetto di libera valutazione. P.S. Perché non dovrei avere più di trent'anni se così è?
Scusa, Gavino... Dal tono della tua risposta mi sembri risentito, ma non mi sembra di aver criticato il tuo modo di fotografare. Semmai ho criticato l' attribuzione di un dettaglio non corretto nel titolo. Per quanto riguarda il soggetto hai ragione a dire che nuovo o vecchio o da rottamare è a discrezione di chi scatta. Ma solitamente il titolo deve essere consono. Il titolo da te scelto suppone un riferimento ad un modello di auto che ci si aspetta di ammirare nella sua bellezza. Se sceglievi un titolo tipo "Morte di un' Alfa Giulia", forse sarebbe stato più appropriato. Sulla scelta tecnica ho letto i dati di scatto: dopo trent' anni che scatto (e trent' anni fa non esisteva il digitale e forse tu non eri ancora nato) credo disaperli interpretare. Per questo non mi giustifico una sgranatura naturale con un' emulsione del genere. Ma tutto può essere... Per quanto riguarda il mio portfolio, mi spiace non ti piaccia: sono confortato dal fatto che tutte le mie foto pubblicate qui hanno almeno un voto e soprattutto che molti dei miei scatti abbiano riscontrato e riscontrino tuttora molto gradimento in mostre e concorsi. Ma l' Arte è una cosa da interpretare molto soggettivamente...
Beh, sulla parte documentale relativa alla macchina poso darti ragione: non sono un esperto e mi scuso. L'errore è solo frutto della mia ignoranza. Per quanto riguarda la scelta dell'esemplare fotografato: se fotografare una macchina nuova, restaurata o un rottame è scelta soggettiva che nessuno, credo, può criticare. La scelta compete esclusivamente a chi fa la fotografia. Sulla scelta tecnica dello scatto: se avessi letto bene le info allegate avresti capito alcune cose, cose di carattere prettamente tecnico... ma dando uno sguardo alla tuo portfolio ho capito che sarebbe inutile approfondire. Anologico e digitale sono due mondi a parte. In ogni caso, lo scatto, come la acquisizione, sono assolutamente originali, senza postproduzione...
Prima di tutto perchè amo la mitica Giulia (ci sono nato e cresciuto con nove esemplari dal '63 al '72). Secondo perchè come immagine è scadente.
Prima cosa: NON è una Giulia del 1962 bensì una Nuova Super del 1974. La riconosci dal volante (uguale a quello della 2000 berlina del '72), dal cruscotto e dalla plancia centrale (consolle centrale inesistente sulle giulia precedenti. La maniglia della portiera è lunga (quindi delle serie a partire dal 1971). Ti posso dire persino che la serratura che hai fotografato è in posizione di sblocco (serratura aperta).
La plancia della Giuia del 1962 era ben differente. Una plancia simile a quella che hai fotografato è stata adottata dal 1965 in poi sulla Giulia Super. Nel '62 c' era la Giulia TI; la Giulia Super non c'era ancora. I bracci dei tergicristallo che hai fotografato sono dei modelli postumi al '71. Il montante della portiera non è cromato, quindi non è della Giulia TI del '62.
Ora parlo di fotografia: se vuoi fare del reportage, devi documentarti senza imbrogliare. Non far credere cose false. E, soprattutto, non scattare presso i rottamatori: ci sono ancora Alfa Romeo Giulia, nelle varie versioni, in giro. Belle da vedere e fotografare, e non coi vetri rotti ed arruginite...
La sgranatura che hai messo artificialmente sta molto male: si vede che è finta. Almeno scegli un bianco e nero per minimizzare...
E... se uno non conosce la Giulia, puoi fotografare anche una Lamborghini Diablo e farla passare come Alfa Romeo Giulia TI del '62. Ma se uno la conosce... Non lo freghi...
Se vuoi saperne di più sulla Giulia, scrivimi pure (mail@robertoziviani.com). Sono figlio di due persone che dal '50 all' 82 hanno lavorato in Alfa, e l' Alfa l' ho vissuta e la vivo per passione.